giovedì 20 settembre 2012

Perù: Un terzo mangia poco

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Mario Mancini da Lima) – Quasi un terzo della popolazione peruviana consuma meno calorie di quanto necessiti. Nel 2008, a livello nazionale, il tasso di persone con deficit calorico è stato del 30,9%, un dato che indica comunque un decremento del 4,9% rispetto al tasso del 2002.
Ciò nonostante, anche se vengono registrati miglioramenti statistici in alcune aree urbane e rurali, è importante rilevare che il 42,5% della popolazione rurale non riesce ancora a consumare l’apporto calorico minimo raccomandato.
Huánuco, Pasco e Huancavelica, seguito da Loreto, Ayacucho, Cusco e Puno sono i dipartimenti in cui quasi il 50% della popolazione ha un deficit calorico, con percentuali che oscillano tra il 40% e il 50%.
Rispetto all’obiettivo di dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame entro il 2015, tra il 1990 e il 2008 in Perù risulta in meno di 20 anni complessivamente raggiunto per l’81%. Se però a livello nazionale il numero di bambini bambine dal peso non corrispondente alla loro età è stato notevolmente ridotto, non si può dire altrettanto delle zone rurali dove la denutrizione infantile segna ancora un tasso del 9,5%.
Il trend di riduzione della denutrizione è stato del 10,8% tra il 1991-1992 e del 5,9% nel 2007-2008, e si conta di raggiungere presto l'obiettivo del 5,4% fissato per il 2015. Nelle aree rurali questo indicatore rimane però alto, colpendo tra il 2007-2008 il 9,5% dei bambini sotto i 5 anni, in particolare le ragazze.
La malnutrizione cronica colpisce maggiormente i bambini delle zone rurali e la denutrizione cronica riguarda ancora oltre il 20% dei bambini sotto i 5 anni.
Dal 1991-1992 si è registrato un calo significativo di malnutrizione infantile cronica che dal 36,5% è passata nel 2007-2008 al 21,9%.
Esistono tuttavia ancora grandi differenze tra le aree urbane (11,8%) e rurali (36,3%). L'anemia nei bambini è un altro indicatore fondamentale che colpisce il 56,8% dei bambini sotto i tre anni e fortunatamente negli ultimi anni ha avuto un miglioramento significativo.

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