martedì 20 novembre 2012

Haiti: insicurezza alimentare è insicurezza umana

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!


(Petra Bonometti da Fonds Verettes) - Ad Haiti l’insicurezza umana, oltre che alimentare, non solo persiste, ma si sta persino aggravando in tutto il paese. E questo nonostante gli aiuti umanitari giunti massivamente nel paese dal terremoto del 12 gennaio 2010, che provocò 300.000 morti e 1 milione e mezzo di sfollati. A rivelarlo è il report della Federazione Internazionale sui diritti umani, di cui fanno parte diverse organizzazioni nazionali, la rete nazionale dei diritti umani e il Centro Ecumenico dei Diritti Umani. Tra le pagine del dettagliato studio si trova un’ampia panoramica sull’assenza di tutela e garanzia dei diritti umani dei senzatetto e dei detenuti, e sulla endemica e costante situazione di insicurezza alimentare in cui versa tutta la nazione. Basti dire che l’80% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, 370.000 vittime del terremoto vivono ancora nelle tendopoli, e la riduzione dell’estensione degli accampamenti umani è conseguenza dell’espulsione forzata della gente più che dal loro ritorno in alloggi sicuri. Bisogna sottolineare che l’insicuro e insufficiente accesso al diritto fondamentale al cibo aggrava le condizioni di vulnerabilità della popolazione di tutti i dipartimenti del paese, acutizzandosi in corrispondenza delle catastrofi naturali e legandosi inscindibilmente al degrado ambientale causato dall’inquinamento, dal disboscamento, dall’assenza di gestione dei rifiuti, dalla distruzione delle risorse naturali e dall’assenza di una pianificazione territoriale soddisfacente e ancor meno della sua applicazione. L’articolo del giornale Alterpresse del 12 novembre che riporta i risultati del report citato, avanza che la condizione di insicurezza umana della popolazione è conseguenza delle scelte di politiche economiche nazionali condizionate profondamente dagli attori internazionali, che rispondono spesso a interessi diversi dal miglioramento della qualità di vita e che trovano un alleato pericoloso nelle pratiche di corruzione dei governi nazionali e locali. Per citare un esempio, lo sviluppo economico promesso dalla cooperazione statunitense attraverso la promozione del centro industriale di Caracole (Nord-Est), costituisce un disastro ambientale in divenire. Questi fattori si combinano con la prevalenza di politiche pubbliche di corto periodo, dominate da interessi particolari o dati dalle contingenze. Ciò in forte contrasto con l’esigenza di strategie di largo orizzonte fondate su obiettivi di effettivo miglioramento di reale accesso ai diritti fondamentali e all’inclusione sociale, e realizzate attraverso interventi coordinati, coerenti e capaci di far fronte alla molteplici problematiche alla base dell’insicurezza umana.

Nessun commento:

Posta un commento