lunedì 31 dicembre 2012

Bolivia: Gli obiettivi della commissione Sicurezza Alimentare Lotta Contro la Fame e la Denutrizione


una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!  

(Anna Alliod da Cochabamba) - Promuovere lo scambio di concetti e di esperienze nazionali in campo alimentare così da contribuire all'agenda delle iniziative sociali prioritarie per l'UNASUR e proporre progetti di cooperazione tecnica.
Questo, in sintesi, l’obiettivo del secondo congresso della commissione Sicurezza Alimentare Lotta Contro la Fame e la Denutrizione del Consiglio Sudamericano di Sviluppo Sociale, che si è svolta a Montevideo.
All’incontro hanno partecipato rappresentanti di Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù, Venezuela, Uruguay e una delegazione del Segretariato Generale di Unasur.
Le singole delegazioni hanno riferito, ciascuna per il proprio Paese, dell’avanzamento in materia di politiche sulla sicurezza alimentare e nutrizionale, nonché sulla lotta contro la fame. La delegazione boliviana, con a capo la Ministra per lo Sviluppo Rurale e della Terra, Nemesia Achacollo Tola, ha illustrato i progressi compiuti dal suo Paese, lasciando poi che la commissione affrontasse un primo scambio di idee sul concetto di sovranità alimentare.
Il gruppo di paesi ha deciso di promuovere azioni che facilitino l'accesso adeguato e tempestivo di alimenti sani e di qualità per garantire lo sviluppo bio-psico-sociale di tutti.
In agenda sono state messe ulteriori proposte, a partire da quella di promuovere lo sviluppo rurale con il riconoscimento dell'agricoltura familiare delle comunità di contadini, oltre che del patrimonio alimentare e delle sfide imposte dal cambiamento climatico. Si è parlato poi di come promuovere anche lo sviluppo di sistemi di sicurezza alimentare e nutrizione che articolino l'azione dello stato e dell’importanza di propiziare lo sviluppo della scienza e delle tecnologie per contribuire al consolidamento dei sistemi agro-alimentari di ciascun paese.
Infine, tra i punti all’ordine del giorno, è spiccato anche quello di dare priorità all'azione dello stato nella lotta contro la fame e la malnutrizione della prima infanzia, e dare impulso a strategie di comunicazione ed educazione nutrizionale.

sabato 29 dicembre 2012

Italia: Disobbedienza civile per proteggere i nostri semi tradizionali

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

Con sentenza del 12 luglio scorso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha confermato il divieto di commercializzare le sementi delle varietà tradizionali e diversificate che non sono iscritte nel catalogo ufficiale europeo.
Fin dal 1998 è infatti in vigore una direttiva della Comunità europea che riserva la commercializzazione e lo scambio di sementi alle ditte sementiere (le note multinazionali) vietandolo agli agricoltori. Ciò che i contadini hanno fatto per millenni è diventato così, di colpo, un delitto.
Con questa sentenza sono state messe fuorilegge anche le associazioni di volontari impegnati nel recupero delle varietà antiche e tradizionali - ne esistono di benemerite in Italia - che commettono appunto questo crimine: preservano e distribuiscono a chi le chiede sementi fuori del catalogo ufficiale!
È per questo che l’associazione Seed Freedom ha invitato tutti a svolgere un ruolo di primo piano nella lotta per la libertà dei semi tradizionali. Come? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: partecipando al Movimento Globale per la Libertà dei Semi e firmando la petizione o dando inizio a una Banca dei Semi Non Brevettati e Non OMG, organizzando scambi locali di Semi Non Brevettati e Non OMG o un evento di Seed Bombing, diventando un difensore dei Semi o, infine, dichiarando la vostra casa, la vostra Associazione/Azienda, il vostro quartiere, il vostro paese, la vostra città, provincia, regione “Zona dei Semi Liberi”.
Per approfondire la causa di Seed Freedom, è scaricabile un video con sottotitoli in Italiano su Youtube. clicca qui

venerdì 28 dicembre 2012

Mozambico: scambio di esperienze sul cibo

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Francesca Grego da Nampula) - Al ristorante e centro sociale Prato Feliz, circa una volta al mese vengono organizzate cene e aperitivi a base di una gustosa combinazione tra la tipica cucina italiana e quella makwa. L’idea alla base di questa iniziativa è non solo di incrementare l’incasso e il guadagno del ristorante e diffonderne la fama, ma soprattutto di incentivare, tramite il cibo, l’integrazione tra i due mondi.
Generalmente si cerca di coinvolgere il gruppetto di stranieri che vive e lavora a Nampula, per una serie di ragioni. Anzitutto, pur mantenendo i prezzi a un livello molto più basso rispetto agli standard degli altri ristoranti “per occidentali” della città, si tratta comunque di una cifra che difficilmente il mozambicano medio e frequentatore di “baracche” può permettersi. Infatti, il costo di una cena completa dall’antipasto al dolce, bibite escluse, va dai 300 ai 350 meticais (9-10 euro), per noi più che accessibile, ma per la maggior parte dei nampulensi a dir poco proibitivo. In secondo luogo, queste cene prevedono anche piatti tipici italiani, dalla pasta fredda alle lasagne al forno, dai ravioli con ricotta e spinaci alla parmigiana, delizie per il palato dei bianchi, ma non così amati dagli autoctoni, i quali preferiscono senza indugi la cucina locale.
L’intento di far incontrare le due culture culinarie deriva anche dal desiderio di incentivare il cosiddetto “troca de esperiencias” (scambio di esperienze). È così che lo straniero torna in patria sapendo cucinare la matapa (piatto vegetale), il cabrito (capretto) o il frango makwa (pollo preparato con mango verde, carote e cipolle) mentre, dal canto loro, le nostre due cuoche del Prato Feliz imparano nuove pietanze da proporre di tanto in tanto come alternative al menù tradizionale, con lo scopo di attirare una clientela più variegata e “mista”.
Ad oggi, queste cene hanno sempre ottenuto un successo più che discreto. Giornate intere di lavoro no stop, ma dall’ottimo risultato garantito. E più grande ancora è la soddisfazione quando arrivano richieste di repliche perché le persone hanno apprezzato tanto il cibo, quanto la compagnia. Per noi italiani, tanto legati alla nostra cucina così poco amata da queste parti, è un immenso piacere sentire un abituale cliente mozambicano chiedere: “quando ci sarà la pasta italiana come piatto del giorno?”.

giovedì 27 dicembre 2012

Haiti: il piatto piange, ma l'Oriente sorride

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare! 

Sono tempi duri per gli aiuti internazionali allo sviluppo destinati ad Haiti, in continua diminuzione dopo il boom del 2010. L'isola caraibica non è più sotto i riflettori delle Organizzazioni Internazionali, che la lasciano per privilegiare paesi colpiti da nuove catastrofi in cui concentrare aiuti di emergenza ad alto ritorno, soprattutto in termini di visibilità. Ma dal Giappone arrivano aiuti per favorire la sicurezza alimentare.
Il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale avvertono che i tempi a venire non saranno rosei per Haiti, e auspicano un miglior uso dei fondi esistenti e una maggiore capacità di garantire le entrate fiscali al governo nazionale. La scorsa settimana è stato il fondo Clinton/Bush ad annunciare la sua chiusura il 31 dicembre 2012: i 54 milioni di dollari previsti per soccorrere Haiti sono stati spesi: sul come, e con quali risultati, le opinioni non sono univoche.
In un paese in cui il 60% del budget dipende ancora dai fondi della cooperazione, questa tendenza alla costante diminuzione, logica conseguenza della “normalizzazione” del paese dopo il sisma e della crisi che persevera nei paesi donanti, raffreddandone i fervori umanitari, non può che ingrigire l’orizzonte. La normalizzazione ad Haiti significa ordinaria insicurezza umana, diffusa in ogni settore dello sviluppo, e ancor più alimentare, dopo le ultime catastrofi naturali e le conseguenti perdite a livello agricolo.
L’economia informale preponderante nel paese riduce le prospettive di raccolta interna di fondi; inoltre la cattiva governance indebolisce l’efficacia e la credibilità delle più recenti iniziative di creazione di commissioni di coordinazione degli aiuti internazionali che dovrebbero massimizzarne l’efficacia.
Tuttavia, qualche piatto caldo arriva ancora sul tavolo delle relazioni bilaterali.
In questo mare in risacca il presidente Martelly rincorre gli alleati, storici e novelli, della cooperazione con Haiti, e porta a casa qualche pesce grosso, tutto a favore della sicurezza alimentare. Dopo l’apertura del consolato rumeno ad Haiti, e gli esiti della negoziazioni con la cooperazione della Corea del Sud (nel settore tessile, soprattutto), le migliori notizie per la sicurezza alimentare arrivano dal paese del Sol Levante, con cui Haiti ha relazioni da più d’80 anni.
L’ultima visita di Martelly in Giappone aveva prioritariamente l’obiettivo di riaffermare i legami di solidarietà tra i due paesi e definire gli accordi con l'Agenzia di Cooperazione Internazionale Giapponese (JICA), considerata la maggiore agenzia pubblica di cooperazione bilaterale al mondo, soprattutto nel settore ambientale e della sicurezza alimentare. Sarà la solidarietà creata dai drammatici effetti dei recenti terremoti, che hanno sofferto entrambi i paesi in tempi recenti, sarà il martellante messaggio del presidente sulla necessità di appoggiare lo sviluppo sostenibile reiterato durante tutta la sua visita diplomatica...
Di fatto, Martelly torna a casa con un aiuto di 6,5 milioni di dollari per rinforzare la produzione agricola e migliorare la sicurezza alimentare.
Vale la pena inoltre ricordare che dei 10 miliardi di dollari promessi dalla comunità internazionale il 31 marzo 2010 per la ricostruzione post-sisma, la contribuzione nipponica si elevava a 100 milioni. Secondo il Ministero di Affari Esteri giapponese, i fondi versati hanno raggiunto i 140 milioni favorendo i settori sociali di base (alimentazione, salute e educazione) e dando priorità a interventi volti alla ricostruzione e alla riabilitazione di infrastrutture pubbliche, in particolare di sistemi idraulici per la fornitura d’acqua (a Leogane ad esempio), e alla formazione di tecnici nel settore agricolo. È
in questa linea che si inserisce l’appello del governo haitiano alla JICA, affinché mantenga come priorità la sicurezza alimentare e la protezione ambientale (quest’ultima strettamente connessa alla prima), contando sull’esperienza e superiorità tecnica e tecnologica giapponese in questi temi.

sabato 22 dicembre 2012

Guatemala: 2012 Anno internazionale delle cooperative


una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Gaia Consadori da Chinantenago) - Nell’ambito dell’anno internazione delle cooperative e nella Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2012, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), la Confederazione Guatemalteca delle Federazioni Cooperative (CONFECOOP) e la Federazione Cooperative di Verapaces (FEDECOVERA) hanno festeggiato con un Incontro Nazionale dal titolo “Le cooperative agricole nutrono il mondo”. È questa infatti la dicitura ufficiale del tema della Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2012, scelto per sottolineare il ruolo fondamentale che svolgono le cooperative per migliorare la sicurezza alimentare e per eliminare la fame in Guatemala e nel mondo.
Delle oltre 700 cooperative presenti all’incontro da tutto il paese, hanno ricevuto un riconoscimento speciale cinque organizzazioni tra cui la Cooperativa Integrale di risparmio e credito Kato-ki, socia storica del ProgettoMondo Mlal. Durante l’evento in particolare è stata sottolineata l’importanza del ruolo sostenuto nella produzione di alimenti grazie all’appoggio garantito ai contadini nella produzione di mais e fagioli dalla sua fondazione, 40 anni fa. Inoltre è stato ribadito il valore dell’iniziativa di diversificare la produzione agricola nell’area de Chimaltenango con l’introduzione di coltivazioni di verdure già a partire dagli anni ‘80, iniziativa sostenuta da un programma di ProgettoMondo Mlal.

venerdì 21 dicembre 2012

Un gesto di solidarietà per noi e un’ottima idea regalo per le comunità di Burkina Faso, Haiti e Bolivia!

Questo Natale UniCredit mette a disposizione 100.000 € per la solidarietà. Votando e facendo votare l’iniziativa che ti sta più a cuore, contribuirai a decidere le iniziative più meritevoli tra cui suddividere la donazione di UniCredit.
L'iniziativa che, entro il 10 febbraio 2013, riceverà almeno 30 preferenze parteciperà alla distribuzione del premio UniCredit.
Esprimere la propria preferenza è semplice e non costa nulla: basta andare sul sito"Il Mio Dono", scrivere il proprio nome, cognome e indirizzo mail. Riceverai via mail un codice da inserire sul link del progetto scelto... Ed ecco fatto!
Con un semplice click potrai scegliere tra i progetti della campagna Io No Mangio da Solo:
Burkina Faso - Progetto Mamma! Per sostenere 50 mila madri e altrettanti bambini da 0 a 5 anni nella prevenzione e cura della malnutrizione, promuovendo l'educazione alimentare e rafforzando il ruolo del personale locale dei Centri di Salute Pubblica.
www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=559

Bolivia - Progetto Bolivia Campesina Per creare, al fianco delle Organizzazione economiche contadine (Oecas) un ciclo virtuoso di produzione, trasformazione, commercializzazione e sostenibilità dei prodotti locali, improntato ai principi di sovranità alimentare, tutela del territorio, giustizia sociale ed economica.
www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=557

Haiti - Progetto Piatto di Sicurezza Per contribuire al rafforzamento delle Organizzazioni di contadini, donne e produttori locali e per lo sviluppo di sistemi agricoli innovativi centrati su una gestione sostenibile delle risorse naturali e idriche a partire dalle parcelle famigliari
www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=558

Burkina Faso - Progetto Amici di Keoogo Per garantire ai bambini e alle bambine di Ouagadougou, che vivono in situazioni disagiate, l'opportunità di accedere e frequentare la scuola pubblica.
www.ilmiodono.it/it/iniziative/?id_iniziativa=556

Un gesto di solidarietà per noi e un’ottima idea regalo per le comunità di Burkina Faso, Haiti e Bolivia!

giovedì 20 dicembre 2012

Bolivia: Alla fiera del cioccolato

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Luca Di Chiara da Cochabamba) - Nel municipio di Baures, dipartimento amazzonico del Beni in Bolivia, si è svolta la IV Fiera del cioccolato selvatico allo scopo di valorizzare le attività svolte dai raccoglitori e lavoratori di cacao e dei produttori di cioccolato di questa regione.
Il municipio di Baures ubicato nella provincia Iténez, a 404 Km di distanza dalla città di Trinidad, è infatti considerato la capitale del cioccolato della Bolivia. Il cioccolato viene per lo più prodotto dalle comunità originarie e indigene della regione ed è considerato dalla gente del posto come un dono della natura, essendo un prodotto biologico dal sapore e dall’aroma inconfondibile
Una decina di anni fa, un sacco di cacao selvatico da 12.5 kg aveva un valore di 50 boliviani (meno di 6 €) mentre oggi costa 240 (25 €). Dunque i produttori sanno adesso che il cacao selvatico è un prodotto di qualità e che vale la pena rafforzare gli sforzi comuni, migliorare la produzione e negoziarne il valore, in modo che anche le comunità indigene amazzoniche possano trarre importanti benefici dal rafforzamento di queste attività.
L’evento è stato realizzato in coordinamento con il Centro Per la Partecipazione e lo Sviluppo Umano Sostenibile (Cepad), nell'ambito del Progetto di Sviluppo Regionale Concorrente (PDCR).
La fiera del cioccolato selvatico mira appunto a promuovere la diversità dei prodotti come le barre di cacao amaro, la pasta tradizionale e altri derivati del cacao. Il programma fieristico prevedeva l’esposizione di prodotti derivati del cioccolato, uno spazio dedicato alla cucina tradizionale e alla degustazione, infine una mostra d'arte con la presentazione della così detta danza del cioccolato.

mercoledì 19 dicembre 2012

Mozambico: In "chima" alla catena alimentare

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Francesco Margara da Nampula) - Chima e fagioli, chima e pollo, chima e carril di verdure: se potessero la chima la metterebbero da queste parti anche nel caffellatte!
La chima, ovvero farina di mais, è l’alimento base dei mozambicani. Poveri o ricchi, al nord e al sud, al mare, nelle zone rurali o in città, la chima deve essere sempre in tutti i piatti accompagnata da qualsiasi cosa! Qualcuno potrebbe associarla a una polenta locale, e non si sbaglierebbe nemmeno tanto, ma qui la chima è differente dalla nostra amata polenta. Prima di tutto è bianca, visto che deriva da una varietà di mais locale; in secondo luogo viene macinata spesso a mano con grandi mortai di legno artigianali; inoltre il valore nutritivo è decisamente inferiore alla nostra farina gialla. Di fatto 100 g di chima contengono appena 354 kcal, 8 g di proteine, 77 g di idrati di carbonio e 2 g di ferro, mentre tutto il resto non ha nessun valore nutritivo. La chima quindi è un alimento che fornisce energia ma non ha grassi, né proteine in quantità sufficienti, ed è molto povera di vitamine.
Carboidrati e poco altro, insomma e dal sapore pressoché nullo sebbene con un potere di “riempimento” altissimo!
È per questo che tutti la vogliono, in alternativa al riso che è piatto da giorni di festa.
Noi occidentali siamo molte volte mal visti perché, magari, mangiamo un pezzo di pollo accompagnato dall’insalata e non ci mettiamo la chima accanto. In quei casi il commento è un po’ un equivalente del nostro “Ah… ma allora questa non è vera fame!!!”, come a dire che senza la chima non ci si riempie la pancia. E lo stesso dicono quando ci vedono mangiare un piatto di pasta: “ah, ma quella non è chima, non toglie la fame, cosa lo mangi a fare!?”.
Fufu, pap, fungi, nshima o ugali…Nomi differenti in Paesi diversi per identificare sempre la stessa cosa: la chima!, ovvero il piatto nazionale, la base di qualsiasi tipo di pietanza, e anche molto di più.
Con la chima ad esempio viene prodotto il “maheu”, una bibita energetica venduta a pochi centesimi che sembra un frappè di farina di mais. Può piacere e non piacere ma qui in molti si comprano la loro bottiglietta, riciclata, di maheu a metà mattina per arrivare fino al pranzo. In altri casi la farina bianca poco lavorata viene messa a fermentare fino a dare un prodotto chiamato “cabanga”, vera e propria specialità per gli intenditori! Molti potranno pensare che in fondo si tratta del solito piatto povero per i poveri, così come la polenta lo era per i nostri nonni, vissuti nell’ottocento o durante le guerre quando si mangiava con del pesce secco strusciato sopra per insaporire il tutto. Forse non sbagliereste di tanto ma, appallottolarla tra le mani e intingerla nel mare di sughetto del proprio piatto, posso assicurarvi che è un piacere speciale!

martedì 18 dicembre 2012

Haiti: Trentatrè giovani laureati in agroecologia

una notizia al giorno per ribadire che IL CIBO È PER TUTTI – se aderisci fai girare!

(Michele Magon da Papaye) - Ad Haiti trentatré giovani, formati per diventare imprenditori agricoli, sono pronti ad investire nelle attività di filiera legate a frutta, grano e bestiame, in diversi comuni del Dipartimento del Centro. Dopo un anno di formazione, infatti, a fine novembre nel Sant Lakay, Centro di formazione di Papaye, gestito da MPP, partner dei nostri progetti Piatto di Sicurezza e Nuove Energie, questi giovani hanno ricevuto i loro diplomi. Tra loro anche 11 donne.
Il corso di formazione trattava temi quali l’agroecologia, gestione delle colture, gestione dei bacini idrografici, gestione e contabilità di base, allevamento di animali da cortile e protezione dell’ambiente. Questi nuovi tecnici in agroecologia, originari dei 12 comuni del Plateau Central, sono dunque anche dei futuri imprenditori agricoli che riceveranno prestiti e sovvenzioni da parte dell'Agenzia francese per lo sviluppo (AFD) e la supervisione tecnica del Mouvment Paysan Papaye (MMP).
Secondo il nostro agronomo Vernat Supreme, responsabile della formazione, i laureati saranno in grado di applicare sul campo ciò che hanno imparato e, dunque, "investire in settori come la banana, orticoltura, cereali e allevamento". Nel corso della cerimonia di consegna dei diplomi, i laureandi indossavano una maglietta verde su cui si poteva leggere la scritta "Tèt kole pou yon Ayiti tou vèt" che esprime tutta la loro volontà di dedicarsi alla lotta per la protezione dell'ambiente. Uno dei laureati, Ilson Sidas, originario della sezione di Sarracins, nel comune di Mirebalais, promette un suo particolare impegno nell’orticultura. Manouche Etienne, giovane contadina del villaggio del comune di Maissaide conta invece di investire soprattutto nell’allevamento e nella produzione di banane e si dice grata per per l'opportunità che ha avuto con questa formazione: "Se tutti i contadini –dice- avessero la possibilità di formarsi, Haiti non sarebbe in questo stato di miseria e povertà".
Il direttore esecutivo del MPP, Chavannes Jean Baptiste, ha infine ricordato ai laureati il bisogno di praticare una agricoltura sana anche in futuro: "Sarete di fronte a due modelli di agricoltura – ha spiegato infatti-, una può portare la vita e l’altra può distruggere il nostro pianeta", ha detto, riferendosi all'agricoltura paysam o biologica contro quella industriale.

lunedì 17 dicembre 2012

Burkina Faso: Il nuovo pozzo della scuola

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(Marianna Mormile da Gaoua) - La scuola elementare di Houlama, come tutta la comunità che la circonda, sono candidate a diventare un posto modello per l’intero Progetto Acqua. Houlmana è un villaggio di 300 persone a 2, 5 chilometri da Kampti, comune tra i più grandi della regione di Sud-Ouest e confinante con la Costa d’Avorio. Qui gli animatori del Progetto hanno trovato una straordinaria motivazione rispetto alle iniziative proposte. Il villaggio è stato infatti tra i primi a versare il contributo richiesto per approvare e avviare la ristrutturazione della pompa per l’acqua che si trova nel cortile della scuola elementare. E vale sottolineare che la procedura adottata è senza dubbio la migliore! Proprio a pochi chilometri dalla scuola c’è un altro pozzo dotato di pompa funzionante e sull’utilizzo comune le famiglie si erano già accordate per corrispondere un contributo. In questo modo, l’ulteriore contributo delle famiglie ha permesso di inscrivere già in questa prima fase il Houlmana ai lavori di riabilitazione previsti dal Progetto. L’associazione degli utilizzatori d’acqua è perciò entrata nel suo ruolo in modo più che naturale e spontaneo, ancor prima di essere formata! Un risultato importantissimo che ci permette di avere grande fiducia nello sviluppo del villaggio. La pompa della scuola di Houlama ha 11 anni, ma sono già parecchi anni che non riesce a tirare su neppure una goccia d’acqua! Con quest’intervento avremo così addirittura 2 punti d’acqua nel villaggio, senza sovraccarico e garantendo una equa distanza dai diversi gruppi di case. La scuola di Houlmana sarebbe candidata anche per la ristrutturazione delle latrine, ma avendo dovuto dare priorità a casi più disagiati, contiamo che il notevole spirito di iniziativa e di solidarietà dimostrati da questa comunità permettano a Houlmana di trovare una soluzione in modo autonomo.

sabato 15 dicembre 2012

Italia: Idee regalo per un Natale buono come il pane

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La campagna Io non mangio da solo di ProgettoMondo Mlal propone alcune idee regalo per le prossime festività natalizie che coniugano la piccola spesa con però una grande resa… Acquistando una shopper in tela africana (offerta a partire da 5 euro), biglietti augurali illustrati da una disegnatrice (3 euro cd), un volume di 90 ricette firmate dalle migliori blogger d’Italia di ricette sul riuso del pane vecchio (offerta a partire da 10 euro), o il calendario fotografico 2013 “Buono come il pane” (offerta a partire da 5 euro) si finanzierà infatti uno dei 10 Programmi di cooperazione avviati dalla Ong veronese in Burkina Faso, Mozambico, Guatemala, Haiti, Bolivia, Perù.
Sostegno alle mamme africane nell’alimentazione dei loro piccoli; realizzazione di fonti di acqua e servizi igienici nelle scuole della Primaria; formazione e accompagnamento delle cooperative di piccoli produttori boliviani; gestione delle mense popolari per i bambini di strada; promozione della produzione agricola per l’autosostentamento dei detenuti mozambicani; contributo per la realizzazione di orti scolastici ad Haiti e garanzia di un pasto quotidiano sicuro nelle scolaste del Guatemala: comune denominatore di tutti questi interventi è il diritto al cibo e il diritto a una sicurezza e sovranità alimentare per delle comunità che sono tradizionalmente escluse dalle politiche governativa e dall’economia globale. Anche se il problema riguarda ormai anche tutti noi. E’ sempre più evidente che alimentazione, produzione, commercializzazione, consumo e sviluppo sono temi legati anche a comportamenti e stili di vita che condizionano fortemente la crescita di noi singoli, delle nostre comunità e del pianeta tutto.
La scommessa di ProgettoMondo Mlal, da 45 anni ininterrottamente impegnato in America latina e Africa al fianco di partner internazionali e locali, è quindi dare sostegno alle migliori iniziative messe in atto a livello locale perché, dare voce e protagonismo ai diretti interessati, è la migliore garanzia per uno sviluppo corretto e sostenibile.
Ecco perché né loro né noi dobbiamo mangiare da soli. Men che meno a Natale!

Per aderire alla campagna e acquistare uno dei suoi gadget: sostegno@mlal.org – 045.8102105


venerdì 14 dicembre 2012

Guatemala: Il mais, patrimonio culturale..di altri

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(Gaia Consadori da Chinantenago) - Con un accordo governativo, in Guatemala, il mais é stato dichiarato patrimonio culturale della nazione, in quanto “parte della mitologia, cosmogonia, calendario, architettura, tradizione orale, spiritualità e pratica del popolo maya”. Questo però non significa che la sua tutela si sia trasformata anche nella pratica in una politica pubblica. La difesa del mais rimane infatti ancora relegata in un ambito simbolico e, tra la realtà e le dichiarazioni ufficiali, non vi é molta coerenza.
In Guatemala risulta infatti evidente che il mais ha ormai perso la battaglia per la terra. La sua produzione é ferma, se non in diminuzione, da diversi anni. O, in ogni caso, non aumenta in modo proporzionale all’aumento della popolazione. In un contesto in cui questo cereale ricopre un ruolo fondamentale nel garantire l’alimentazione della popolazione, la sua importazione é aumentata del 22% negli ultimi 4 anni. 
E sopratutto il suo prezzo aumenta. Secondo il BIC (Banco Centroamericano de Integración Económica), ogni famiglia destina il 39% delle sue entrate all’alimentazione. E’ facile comprendere perciò il problema che affrontano le famiglie piú povere, per le quali il mais costituisce il maggior apporto calorico, quando il prezzo del cereale aumenta tra il 34 e il 45% nell’arco di pochi mesi. Significa per molti una condanna all’aumento della fame sopratutto nell’area rurale dove contadini o braccianti devono rivedere il proprio modello alimentare a scapito del loro stato nutrizionale.
Molti paesi, sopratutto europei, adottano misure protezionistiche per tutelare le proprie risorse culturali e naturali. Una delle politiche, portate avanti dalla stato guatemalteco per evitare l’aumento dei prezzi, é stata invece favorire le importazioni estere attraverso la riduzione di tasse all’entrata portando all’aumento del cereale proveniente da Stati Uniti e Messico. Meno terra dedicata alla produzione locale e acquisto di prodotti dall’estero, che nel caso degli Stati Uniti sono parte di agricoltura sovvenzionata che entra al mercato locale.

giovedì 13 dicembre 2012

Perù: Una dieta andina contro la fame

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(Mario Mancini da Lima) - Sotto la spinta di diversi settori della società civile e del privato, il governo peruviano ha deciso di puntare sulla gastronomia nazionale come uno dei principali strumenti di lotta alla denutrizione infantile.
Proprio recentemente è stata infatti costituita la Commissione Multisettoriale della Dieta Andina in cui è stata chiamata a fare parte persino la premiere dame, Nadine Heredia, moglie del presidente Humana e già Ambasciatrice della FAO per l’Anno Internazionale della Quinoa nel 2013. L’iniziativa ha destato un notevole interesse.
La Commissione per la Dieta Andina è chiamata a formulare una strategia di promozione e diffusione di una dieta, basata sul consumo di prodotti originari, che potrà essere utilizzata dai principali attori pubblici e privati impegnati nella lotta alla denutrizione cronica infantile; la valorizzazione dei prodotti nativi e la promozione di iniziative imprenditoriali nel settore.
Il nuovo organismo punta ora a rilanciare e orientare il grande fenomeno della cucina peruviana, che i suoi principali artefici hanno denominato come la nuova arma di rivoluzione sociali, per lottare contro la povertà e la denutrizione partendo dalla messa in valore dell’immenso patrimonio biologico, agricolo e culturale, frutto di millenni di adattamento e di interazione.
La Commissione è composta da rappresentanti del Ministero di Agricoltura, Inclusione e Sviluppo Sociale, Salute, Produzione, Turismo, Ambiente, Cultura, e avrà come consulente la Società Peruviana di Gastronomia, l’ente che organizza la fiera gastronomica Mistura.

mercoledì 12 dicembre 2012

Mozambico: Il piccolo venditore di biscotti

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(Francesca Grego da Nampula) - Paolinho è un bambino di 7 anni che vive a Ilha de Moçambique. Come la maggioranza dei ragazzini, lo si vede girare per strada a qualsiasi ora, scalzo, con addosso vestiti stracciati molto più grandi della sua taglia, spesso indossati al contrario quando sul davanti sono sporchi.
Paolinho, come tutti i bambini dell’isola, corre dietro agli stranieri, turisti e non, per chiedere soldi, poche monete, che sanno benissimo essere briciole per chi arriva dal continente dei “balocchi”. Spesso si ferma davanti alle porte dei ristoranti frequentati dai bianchi, e li osserva mentre mangiano, a volte agitando le manine per attirare l’attenzione.
Paolinho ha una passione per lo zucchero. Quando mi vede bere un caffè mi chiama indicando la bustina appoggiata sul piattino. Conosce il mio nome e quello di tutti coloro che frequentano l’isola nei fine settimana. Ci corre incontro appena ci vede, urla a perdifiato per paura di non essere sentito e chiede le solite monetine per comprarsi qualcosa da mangiare.
Ma Paolinho è un bambino sveglio e perspicace, grazie all’intelligente suggerimento di un amico mukunha (che in lingua makwa significa bianco), ha capito che per guadagnare qualche soldo gli era più conveniente offrire qualcosa in cambio, una sorta di piccolo affare, piuttosto che chiedere gratis. E così un sabato pomeriggio ci è corso incontro portando sulla testa un cesto pieno di biscotti, 5 meticais l’uno ma, siccome siamo amici, a noi era disposto concedere un piccolo sconto: un biscotto, 2 meticais. Quest’idea di vendere anziché limitarsi a chiedere a Paolinho ha fruttato bene. Come minimo si porta a casa 10 meticais, e l’equivalente in biscotti è tutto per lui.